Siro
“Può capitare di perdere tutto e ricominciare daccapo e di perdere ancora senza smettere di rialzarsi: a volte è per vivere, altre volte è per amore. Tutto questo è la storia di Siro”

Autore

Francesco Vidotto
ha scelto di vivere sulle Dolomiti e narrare storie
2005. Il funerale di nonno Leone riporta alla mente di Francesco molti ricordi, alla fine della funzione funebre rimane da solo e inizia a vagare per il cimitero. Camminando tra le lapidi trova una vecchia croce di legno: “Siro, x, 2003 / pastore”. I ricordi cominciano a riaffiorare: Siro era un caro amico di Leone e ha lasciato a lui i suoi averi, tra cui due vecchi quaderni di pelle nera che raccolgono la sua intera vita. A Francesco non serve altro che dare voce a quelle parole.
1983. Siro ha sempre avuto la passione per la lettura, imparata di nascosto dal padre Nane perché un pastore come lui non poteva perdere tempo con le parole. Questo non lo fermò mai dall’imparare a leggere e scrivere, fino ad arrivare a tenere un diario della sua vita di pastore e della sua famiglia, dell’amore della sua vita e della guerra, regalando un meraviglioso e commovente spaccato della vita di montagna e del popolo cadorino.
Una lettura introspettiva e cruda, dai toni forti e dolci allo stesso tempo. Un’accuratezza estrema, che lascia senza fiato per la bellezza dei paesaggi descritti e la durezza della vita contro cui Siro si deve scontrare, vita che sembra avergli riservato molto dolore. Un racconto intimo capace di riflettere il modo di vivere di un popolo, quello delle montagne del Cadore, non sempre facile e comprensibile nelle sue scelte e nelle sue convinzioni ma estremamente affascinante e misterioso. Le parole di Francesco sono capaci di avvolgerti in un abbraccio stretto e incalzante, che ti trattiene ad ogni pagina continuando a sballottarti in un turbinio di emozioni. Siro fa riflettere sulla vita attraverso i suoi occhi: la mostra a chiunque voglia leggerla in maniera vera e semplice, dura come lo è stata tutta la sua vita, ma sempre a testa alta e con dignità.
Il mio consiglio? Preparatevi una tazza fumante, aprite il vostro cuore e lasciatevi coinvolgere senza freni.
2005. Il funerale di nonno Leone riporta alla mente di Francesco molti ricordi, alla fine della funzione funebre rimane da solo e inizia a vagare per il cimitero. Camminando tra le lapidi trova una vecchia croce di legno: “Siro, x, 2003 / pastore”. I ricordi cominciano a riaffiorare: Siro era un caro amico di Leone e ha lasciato a lui i suoi averi, tra cui due vecchi quaderni di pelle nera che raccolgono la sua intera vita. A Francesco non serve altro che dare voce a quelle parole.
1983. Siro ha sempre avuto la passione per la lettura, imparata di nascosto dal padre Nane perché un pastore come lui non poteva perdere tempo con le parole. Questo non lo fermò mai dall’imparare a leggere e scrivere, fino ad arrivare a tenere un diario della sua vita di pastore e della sua famiglia, dell’amore della sua vita e della guerra, regalando un meraviglioso e commovente spaccato della vita di montagna e del popolo cadorino.
Una lettura introspettiva e cruda, dai toni forti e dolci allo stesso tempo. Un’accuratezza estrema, che lascia senza fiato per la bellezza dei paesaggi descritti e la durezza della vita contro cui Siro si deve scontrare, vita che sembra avergli riservato molto dolore. Un racconto intimo capace di riflettere il modo di vivere di un popolo, quello delle montagne del Cadore, non sempre facile e comprensibile nelle sue scelte e nelle sue convinzioni ma estremamente affascinante e misterioso. Le parole di Francesco sono capaci di avvolgerti in un abbraccio stretto e incalzante, che ti trattiene ad ogni pagina continuando a sballottarti in un turbinio di emozioni. Siro fa riflettere sulla vita attraverso i suoi occhi: la mostra a chiunque voglia leggerla in maniera vera e semplice, dura come lo è stata tutta la sua vita, ma sempre a testa alta e con dignità.
Il mio consiglio? Preparatevi una tazza fumante, aprite il vostro cuore e lasciatevi coinvolgere senza freni.
Luoghi
Forcella Montanaia
“Lui saliva più in alto di noi, verso forcella Montanaia e poi giù in Val Cimoliana. Accompagnava le greggi ad una malga da quelle parti e poi rientrava in Cadore da solo”

Marmolada
“Io e mio fratello salimmo sui pratoni dell’Antelao… La mattina ci svegliavamo e ammiravamo le pareti rosa delle Marmolade pervase di luce brillante. Il sole faceva capolino tra le guglie, poco alla volta, e sbirciava da distante illuminando le forcelle e le cime”

Oggetti / Animali
Gregge di pecore
“Ho imparato a pascolare le greggi ancora prima di dire mamma. Mio padre, il Nane ha voluto così e io e i miei fratelli abbiamo seguito la sua volontà”

Libri
“Desideravo imparare a leggere. Non ricordo bene il motivo. Se me lo chiedessero ora direi forse per evadere dalla solitudine di lunghi mesi vissuti in alta montagna. Fatto sta che lo volevo davvero”

Le avventure di Huckleberry Finn
“Mi sedetti sotto un vecchio pino a leggere un libro appena comperato: le avventure di Huckleberry Finn di un certo Twain. Quel ragazzo, Huck, mi piaceva un sacco perché in fondo ci assomigliavamo con i nostri padri alcolizzati e violenti e le nostre avventure e soprattutto la povertà”
